Un rifugio per 65 bambine salvate dall'abbandono.

[16/4/2014]

Sono 65 le bambine che vivono nelle nostre case d’accoglienza in India. Hanno tra i 5 ed i 24 anni e, prima di arrivare qui, vivevano sulla strada, nei dintorni delle stazioni dei treni. Molte di loro sono orfane o figlie di madri single che non potevano mantenerle.  La vita di strada e l’abbandono le esponevano continuamente al rischio di sfruttamenti ed abusi. 

La prima tra le bimbe nell’immagine è Tuktuki: dal 2010 vive nella nostra casa d’accoglienza di Lal Bari. Dopo la morte del padre, la madre si è sposata di nuovo e l’ha portata in questa struttura, dove ha ricevuto sostegno e si è progressivamente adattata al nuovo ambiente, alle nuove compagne, alle nuove abitudini igieniche e alimentari e ai compromessi della convivenza quotidiana. 

Anche se all’inizio si è sentita un pò smarrita, Tuktuki non ci ha messo molto ad ambientarsi. Gli operatori di Lal Bari ci hanno raccontato che è una bimba molto affettuosa e che le piace ballare e vedere la televisione. Anche la scuola non le dispiace. I suoi insegnanti sono preparati ad interagire con bambini e bambine con problemi d’integrazione e sono figure importanti per il processo di scolarizzazione e per il percorso di reinserimento sociale.

Nella casa d’accoglienza collabora ai compiti comuni, studia, gioca e riceve attenzione medica. Partecipa ad attivitá sportive e a gite organizzate, in occasione delle quali le bambine delle case di Lal Bari e Fultala incontrano i bambini delle case di Baruipur e Lake Gardens.
Una legge nazionale impedisce di ospitare bambini e bambine nello stesso spazio fisico, ma Global Humanitaria s’impegna per realizzare attivitá educative per minori che promuovano l’uguaglianza di genere.
Vengono inoltre organizzati momenti d’incontro tra Tuktuki e i suoi parenti, affinché non si perdano i contatti. Quando è possibile, infatti, l’associazione favorisce il reinserimento dei bambini in famiglia.

Tuktuki, crescendo, riceverà anche un’adeguata formazione professionale, che l’agevolerà nel suo percorso di reintegrazione nella società. È stato cosí per Rumpa, Fátima e Malika, che, dopo aver studiato, hanno iniziato a lavorare e sono tornate con le proprie famiglie o ne hanno formata una loro. Tutto questo rappresenta un successo in un paese che troppe volte fa notizia per casi di violenza contro donne e bambine, a causa di un sistema che, come sottolinea Uttara Ray, Responsabile Progetti in India, “le rende vulnerabili ad ogni tipo di abuso”.

Foto: Tuktuki gioca con le sue compagne della casa d’accoglienza di Lal Bari, nella periferia di Calcutta. (Global Humanitaria/BSSK)
 

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