Giornata mondiale dei diritti dell'infanzia; proteggiamo i diritti dei bambini rifugiati

[20/11/2015]

Oggi in occasione della “giornata mondiale dei diritti dell'infanzia”, vogliamo ricordare tutti i bambini profughi nel mondo, proprio perché in questo delicato momento meritano una protezione speciale da parte di tutti noi. Gli Stati membri devono proteggerli e garantire loro i diritti fondamentali come la vita, la salute fisica e psicologica e la scolarizzazione.
All’inizio del mese di settembre, la foto di Aylan, il bambino senza vita trovato su una spiaggia in Turchia, ha fatto il giro del mondo ed ha profondamente commosso l’opinione pubblica. Ogni settimana i media ci parlano di bambini che rischiano e perdono la loro vita mentre cercano di scappare con le loro famiglie in Europa, e di come devono soffrire condizioni indegne nei centri di accoglienza che gli Stati Europei hanno improvvisato per cercare di contenere il grande esodo di tutti quelli che stanno fuggendo dalla guerra e dalla morte.

Secondo i dati UNICEF nel mondo 1 bambino su 10 vive in una zona di guerra. In totale sono più di 230 milioni i minori che vivono in paesi come Siria, Yemen, Repubblica Centroafricana, Sudan del Sud o Nigeria, questi sono solo alcune delle nazioni dove i bambini soffrono e subiscono violenza.

14 milioni di bambini sono vittime di conflitti armati in Siria e in parte dell’Iraq e 1 su 5 delle persone che richiedono asilo politico a causa della guerra sono bambini.

I bambini siriani che vogliono scappare dall’orrore della guerra devono affrontare tutti i rischi e le complicazioni dell’esodo. Oltre al trauma fisico che stanno vivendo, che comporta spesso amputazioni ed interventi chirurgici, le conseguenze psicologiche sono devastanti per la loro crescita: il senso di colpa, la perdita di autostima, le paure, i disturbi del sonno, l'incapacità di comunicare ed i traumi che, se non trattatati, possono portare a disturbi mentali a lungo termine.  

SENZA DIRITTO DI CITTADINANZA
Tutti i bambini rifugiati, oltre a lasciare i propri cari, la propria casa e il proprio paese di origine si trovano nella condizione di perdere totalmente i propri diritti di cittadinanza: non hanno più accesso all'assistenza sanitaria e non vanno più a scuola.
 
Inoltre, secondo quanto denunciato da Amnesty International, in diversi campi profughi come quelli di Zaatari, in Giordania dove sono presenti più di 80.000 persone, molte delle ragazze sono vittime di gravi abusi: stigmatizzazione, matrimoni precoci, molestie e violenze sessuali.
 
 
Foto 2: Bambino siriano rifugiato in Giordania segue lezioni di arte terapia in un centro di Amman (Giordania)