Donne rurali: la chiave per un mondo senza fame e povertà
[15/10/2021]
Venerdì, 15 ottobre, abbiamo celebrato la Giornata Internazionale delle Donne Rurali ponendo l’accento su questo importante tema: "Le donne che vivono in campagna coltivano cibo di qualità per tutte le persone". L'obiettivo era evidenziare il ruolo fondamentale che le donne giocano nei sistemi alimentari di tutto il mondo, punto 2 degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Fame Zero).
La cosa giusta da fare non è solo considerare le donne la chiave per un mondo senza fame e povertà, ma dobbiamo anche raggiungere l'uguaglianza di genere, altrimenti tutto questo sarà vanificato.
Il lavoro delle donne, sia retribuito che gratuito, è in grado di nutrire le proprie famiglie, le comunità e il mondo intero, a partire dalla semina, dalla cura, dalla raccolta, dalla preparazione e dalla distribuzione degli alimenti. Ma, come sottolinea ONU Women, “le donne rurali sono le più colpite dalla povertà e nonostante siano brave e capaci manager quanto le loro controparti maschili, non hanno le stesse possibilità di accesso alle terre, ai credito, ai materiali agricoli, ai mercati o altre filiere di prodotti di qualità”. Ad esempio, meno del 15% delle persone che possiedono terreni agricoli sono donne.
“Noi facciamo parte di un gruppo di 18 donne. Il lavoro che stiamo facendo ci riempie di felicità. Adesso con questo progetto ci stanno formando e insegnando così potremo lavorare e produrre nel cortile di casa nostra”, spiega Sara Tiul, di San Francisco Mollejón, Guatemala dove un bambino su due sotto i 5 anni soffre di malnutrizione cronica.
La pandemia da Covid19, insieme alla crisi climatica, ha aggravato la fame e la malnutrizione in molte parti del mondo: circa 2,37 miliardi di persone non hanno avuto sufficiente cibo nel 2020, ovvero il 20% in più rispetto all'anno precedente secondo il rapporto dell'agenda comune delle Nazioni Unite.
“Stiamo imparando insieme in gruppo, ma l'idea è che, dopo, ognuna di noi possa coltivare a casa sua. Per questo motivo Global Humanitaria ci sta anche consegnando semi da poter seminare, così da non soffrire più la fame come l'anno scorso a causa della pandemia”, spiega Sara.
Il lavoro dignitoso e la protezione sociale, l'eliminazione della violenza e l'inclusione delle donne nel processo decisionale e nella leadership sono alcune delle questioni che devono cambiare per l'emancipazione delle donne rurali.
La cosa giusta da fare non è solo considerare le donne la chiave per un mondo senza fame e povertà, ma dobbiamo anche raggiungere l'uguaglianza di genere, altrimenti tutto questo sarà vanificato.
Il lavoro delle donne, sia retribuito che gratuito, è in grado di nutrire le proprie famiglie, le comunità e il mondo intero, a partire dalla semina, dalla cura, dalla raccolta, dalla preparazione e dalla distribuzione degli alimenti. Ma, come sottolinea ONU Women, “le donne rurali sono le più colpite dalla povertà e nonostante siano brave e capaci manager quanto le loro controparti maschili, non hanno le stesse possibilità di accesso alle terre, ai credito, ai materiali agricoli, ai mercati o altre filiere di prodotti di qualità”. Ad esempio, meno del 15% delle persone che possiedono terreni agricoli sono donne.
“Noi facciamo parte di un gruppo di 18 donne. Il lavoro che stiamo facendo ci riempie di felicità. Adesso con questo progetto ci stanno formando e insegnando così potremo lavorare e produrre nel cortile di casa nostra”, spiega Sara Tiul, di San Francisco Mollejón, Guatemala dove un bambino su due sotto i 5 anni soffre di malnutrizione cronica.
La pandemia da Covid19, insieme alla crisi climatica, ha aggravato la fame e la malnutrizione in molte parti del mondo: circa 2,37 miliardi di persone non hanno avuto sufficiente cibo nel 2020, ovvero il 20% in più rispetto all'anno precedente secondo il rapporto dell'agenda comune delle Nazioni Unite.
“Stiamo imparando insieme in gruppo, ma l'idea è che, dopo, ognuna di noi possa coltivare a casa sua. Per questo motivo Global Humanitaria ci sta anche consegnando semi da poter seminare, così da non soffrire più la fame come l'anno scorso a causa della pandemia”, spiega Sara.
Il lavoro dignitoso e la protezione sociale, l'eliminazione della violenza e l'inclusione delle donne nel processo decisionale e nella leadership sono alcune delle questioni che devono cambiare per l'emancipazione delle donne rurali.